martedì, dicembre 05, 2006

Sogni e riflessioni

Molto spesso mi capita di fare dei sogni conviviali, pieni di gente, di solito parenti o amici in situazioni come dire comunitarie.
Stanotte ho sognato che noi gruppone di amici ci incontravamo nella casa-ristorante di Sasà (vorrei far notare che Sasà non ha nessuna casa-ristorante, vedi a volte l'immaginazione, la creatività...), ora non mi ricordo bene ma si doveva festeggiare qualcosa insieme, eravamo tutti là, Lorenzo unico bambino che giocava con gli amici grandi come li chiama lui, ognuno godeva serenamente della compagnia altrui (quando siamo tutti in vena ci si ammazza dalle risate, escono delle cose memorabili).
E' stato un sogno molto malinconico e nostalgico, alcuni di loro non li vedo da mesi, li sento sempre per e-mail ma non è la stessa cosa.
Da quando io e Andrea siamo andati a vivere insieme, casa nostra è stato il luogo di cene, dopocene, festeggiamenti di compleanni e lauree, etc. Visto che avevamo Lorenzo piccolo non si poteva uscire sempre ed eravamo i primi nonchè gli unici ad avere una casa propria, quindi ogni volta che si poteva invitavamo gli amici, è ormai nota la capacità di Lorenzino di sapersi addormentare anche quando a casa ci sono più o meno una quindicina di ragazzi/e che parlano, ridono e scherzano e vorrei far notare che casa nostra a Via Cola (come è stata ribattezzata) è piccola ma molto bella...
Ora poi tutti partono (vabbè parlo io...), il Baronca se ne va due anni a Barcellona, il Bradipo va a Losanna, tutti e due per fare il Post-doc, e noi tre come ben sapete siamo qui ad Amsterdam... Quindi questo Natale è ufficialmente il Natale degli addii. Oltretutto per noi sarà sicuramente l'ultimo Natale a Via Cola, perchè entro luglio 2007 dovremo giustamente svuotarla dalle nostre cose. E così si chiude un altro periodo, un'altra fase della vita.
Pesante...
D'altronde io ho fatto il liceo classico e dovrei ben avere a mente il motto "PANTA REI", ma sotto sotto come mi dice Andrea io sono una conservatrice e perciò non vorrei mai che le cose che sono belle cambiassero.
So che ci sono delle fasi, dei momenti di transizione, dei periodi nella vita delle persone, e posso chiaramente rivedere, come in un film, quali sono, so dove andare a cercare nel corso della mia vita e anche in quella delle persone che mi sono accanto. Ma so anche che queste fasi sono state accompagnate da un bisogno estremo da parte mia di un adattamento veloce e indolore, a volte anche da un rifiuto immaturo, se vogliamo, della metamorfosi in atto e delle relative conseguenze.
Il fatto è che mi sento sempre che quando finalmente mi sono adattata, ho preso coscienza dei meccanismi a cui prima potevo essere ostile, insomma mi sono abituata e mi sono pure organizzata, improvvisamente c'è un nuovo evento con cui fare i conti, nuove responsabilità diverse dalle vecchie, nuove predisposizioni d'animo da adottare, nuove idee e comportamenti da plasmare sulla novità. Mah, mi sembra che la mia vita sia sempre instabile o perlomeno frenetica.
Mi sembra che ci sia poco spazio come dire alla rilassatezza d'animo, è anche giusto, eh, in fin dei conti ho 25 anni, ho tempo a volontà per soffermarmi sulla mia vita, ma l'ansia di fattibilità e lo stesso rincorrersi degli eventi (non trovo un termine migliore) essendo un'ansia mi attanaglia l'esistenza...
E così, mi sembra di aver vissuto molte cose per avere solo 25 anni, insomma ho già un figlio, sono già sposata, sono già 4 anni che vivo lontano dalla mamma, ho già sperimentato il dolore del distacco, ho già litigato con una delle mie migliori amiche e ora è un anno che non ci parliamo, ho deciso di trasferirmi in un altro paese per tre anni, ho già un topo in casa, vorrei sottolineare che non mi sto lamentando, sto solo facendo un bilancio.
E' anche vero che ho viaggiato tantissimo, ho conosciuto tante persone, insomma forse dovrei solo dire come dice la bellissima canzone di Violeta Parra "Grazie alla vita che mi ha dato tanto..."

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