venerdì, ottobre 27, 2006

engagement ring

Proprio Lunedì scorso io e le amichette (che facevano da delegazione del nutrito gruppo di amici di Roma, ora sparsi in giro per l'Europa e con tesi di laurea e dottorato in vista, traslochi e chi ne ha più ne metta...) si parlava al mercato dei fiori di Amsterdam, di regali e delle attenzioni o meglio galanterie che abbiamo ricevuto dagli uomini. In particolare io mi lamentavo del fatto di non avere ricevuto un anello di fidanzamento (sono già sposata, quindi diciamo che sarebbe un po' tardi...) oppure di regali per la nascita del primo figlio (sembra che si usino e io non ne ho ricevuto nessuno, sì, ho già un figlio di 4anni...), oppure di cene o cinema offerti dal rappresentante del "sesso forte", insomma chi è donna ha capito...Non vorrei dare un immagine di me sbagliata, il problema posto da noi tre non era il fatto in se per sè di non ricevere questo genere di cose ma il fatto di non riceverle perchè fatte in un determinato modo. Cioè non siamo con la puzza sotto al naso, non ce la tiriamo eccessivamente (insomma un minimo di considerazione personale ma niente di più), non ci atteggiamo a borghesi del cacchio, etc. Le nostre mamme ci hanno inculcato il senso dell'indipendenza, sempre con il portafoglio con qualche banconota non si sa mai che ti dovesse succedere, motorino proprio, patente e macchina tua, perchè bisogna essere indipendenti, in caso riaccompagni tu tutta la comitiva e fai le 5 di mattina ma almeno sei libera, generosità a manciate, ma i debiti non si fanno mai casomai anticipi per tutti e ci rimetti tu. Cose di questo genere, preferisco essere così, è ovvio, ma certo se c'avessero insegnato robe del tipo: si esce con una borsetta minimale con le chiavi di casa soltanto, nei locali entri gratis e ti offrono pure da bere, ti fai venire a prendere sotto casa (devo dire la verità verso il mio maritozzo, di questo ne ho usufruito abbastanza quando non uscivo con il mio motorino, perchè se prendo la macchina io uccido qualcuno, è un problema di sicurezza pubblica...) oppure civetti un po' o fai la poverella bisognosa, che ne so magari noi si era meno lamentose.
Il succo della discussione era che siccome abbiamo avuto questo tipo di educazione poco civettuola, ad un uomo manco gli passa per l'anticamera del cervello di offrirci la cena. E' tutta una questione di impostazione...ti vedono emancipata, libera, che non hai bisogno della loro protezione, forte, indipendente, giovane e tranquilla e ti puoi pure scordare l'anello, etc.
Insomma non so se voglio finire come mia nonna che da divorziata ogni anniversario di matrimonio si regalava un gioiello, ok l'emancipazione femminile, ma cacchio vi pare a voi che il mio equivalente di anello di fidanzamento deve essere l'anello dei miei 18anni sì stupendo regalatomi da quella santa donna di mia madre? (se state pensando che mio padre abbia contribuito, ahahahahaha, vi sbagliate di grosso, sono divorziati e solo la mamma mi riempie di attenzioni e coccole, anche su questo argomento padreimportantefiguramaschilenonsifilalafiglia potrei scrivere un panegirico...).
Un'altra considerazione, il mio Lui tanto per farmi sentire una iena, mi dice che essendo povero e giovane e lo sapevo e me lo sono sposato lo stesso, non si può permettere di spendere soldi che non ha... Ieri ha detto che lui è il razionale e pratico fra noi due e io quella romanticona, allora io gli ho risposto che se poi la romanticona lo tradiva con il primo che passava di non offendersi...insomma è solo amore, no?
Dopo tutto stò parlare l'unica cosa che mi viene in mente e che mi riempie di orgoglio tipicamente femminile ma che mi sa di contentino è che nessuno mi potrà mai dire che l'ho sposato per interesse ma solo per amore...

i'm back

Dopo una settimana di pausa, rieccomi qui.
Un po' mi sento in colpa, in fin dei conti un diario è un impegno costante, un diario è per sempre...! Ma vabbè, diciamo che ho una scusante, anzi di più di una, questa settimana sono venute a trovarmi le mie amichette, Valentina da Bilbao e Valeria da Roma, per vedere la casetta olandese e festeggiare il compleanno di Andrea e per infondermi un po' di coraggio.
Poi è venuta anche la mia nonna che coraggiosamente alla degna età di 73anni si è fatta 1600km di macchina per venire a portarmi viveri e quant'altro. Se dovessero scioperare per i prossimi tre anni gli Albert Hein (catena di supermercati onnipresente olandese) di Amsterdam io avrei scorte per mesi e mesi!!
Quindi siamo state sempre in giro, sveglia all'alba più o meno 10:30 con quel santo del piccolo Lorenzino che aspettava tutte e tre per fare colazione e giocava buono buono nella sua stanzetta.
Ora sono tornati tutti alle loro occupazioni e io ritorno all'ovile. Ho tante cose da raccontare ma come è mia abitudine lo farò in modo sparso, caotico, perciò buona lettura...

venerdì, ottobre 20, 2006

Il tempo delle mele

Un post di zefirina mi ha fatto ricordare come erano e come ero io ai tempi delle medie: io lo chiamo il medioevo dell'adolescenza, l'età di mezzo, insomma il periodo buio di ogni adolescente e l'incubo di ogni genitore.
A quei tempi più di dieci anni fa, ohmmiodddio, eravamo un po' tutti dei brutti anatroccoli, erano appena finiti gli anni '80 ed era l'era degli yuppie e ahimè di Tangentopoli, delle stragi mafiose e di tante altre cose. Io in quanto a bruttezza non ero da meno, cioè non è che fossi un mostro, ma non sapevo conciarmi: vestiti, scarpe, capelli...mamma mia, nulla a confronto con l'esperte fashioniste 12-13enni di adesso. Non so se c'è qualcuno della mia età all'ascolto o che è vissuto a Roma in quel periodo, ma andavano le camicie a quadretti tipo spaccalegna americano di flanella o di cotone della Baloon oppure quelle che chiamavamo chesterfield, il Barbour, il rennino, salopette jeans, pantaloni elasticizzati di colori improbabili dell'Arena, i jeans elasticizzati, i jeans della closed che io non mi potevo permettere perchè certo non li facevano della taglia zero, scarpe da ginnastica in ogni occasione, i trucchi e le cartelle della Najoleari, poi una mia amica Valeria mi ha ricordato le parigine nere con gli scamiciati copiati da Non è la rai che sponsorizzava una marca allora giovanissima come la Onyx, la sera guardavamo il telefilm Beverly Hills e poi subito a dormire, giocavamo ancora con il game-boy, non quello pocket e unico colore il grigio, etc. Se mi son dimenticata qualcosa fate presente!
Insomma sex-appeal zero, certo direte voi ma alle medie che ci fai con il sex-appeal e in effetti non dovresti farci nulla, ma in terza le femmine volevano già essere delle donne belle formose e i maschi già dei piselloni sterminatori...scusate la metafora...! Quindi chili di trucco e maniere goffe alla donna vissuta e i maschi che (vi giuro è vero, chiedetelo alla mia compagna di scuola nonchè mia migliore amica, Marzia) si pseudo-masturbavano con la riga di educazione tecnica...............
Poi c'erano le feste che iniziavano ad essere un evento da non mancare assolutamente, poteva succedere di tutto, tipo quella festa in terza media a casa di eleonora dove io non sono potuta andare perchè ero in castigo (io sono stata in castigo per l'ultima volta per più di un mese quando avevo 18 compiuti e già ero l'Università....capito, mamma?), dove giovanni quello che mi piaceva a me si è messo con Eleonora o Rossella non mi ricordo più, ma non vi preoccupate a me non mi si cagava di pezza quindi non era un gran danno.
Autostima, autocoscienza della ricchezza di essere unici e diversi, identità personale, controllo umorale, capacità comunicative praticamente allo stato brado!
Io a 13anni mi sentivo in un modo che rasentava il suicidio, i miei compagni di classe dire che erano crudeli era un complimento, con tutte le ragazze erano impietosi, dei veri bastardi, ma dopo solo un'estate, dalle medie al liceo, già ti guardavano in un altro modo, fumavano come se fosse l'unica cosa che avessero sempre fatto, tutti a ronzarti intorno, c'era ancora chi rompeva le palle con scherzi, prese in giro e varie. Devo dire la verità c'erano anche delle ragazze che erano cattive e insopportabili, ciniche e brutali che in confronto la matrigna di Biancaneve o Malefica della Bella addormentata nel bosco erano delle gran simpaticone....
Poi quando iniziava a crescerti il seno, ti venivano le mestruazioni e le forme, iniziavi a vestirti non con la solita tuta da meccanico e i magnifici Dr.Martens, ma tacchi alti, minigonne come sciarpe (a casa mia non siamo bacchettoni...), vestiti attillati e allora via con i complimenti pesanti...riferimenti a latterie, per esempio facevi ginnastica e i maschi a sbavare dietro le porte della palestra, ti sporgevi un attimo a parlare alla compagna del banco davanti e toccatina sul sedere...dei gogliardoni, insomma!
Non mi scorderò mai la sensazione di inadeguatezza e di inutilità che ti poteva prendere a volte (ho ragione a dire che è davvero un'età di mezzo) oppure gli sbalzi di umore improvvisi, le scenate, le urla e le storie fatte per cazzate, ma come fai a saperlo prima, devi passarci per accorgertene, no?
Una sola cosa mi viene da dire: "Mamma, perdono, chiedo umilmente perdono".

Una giornalista libera

La settimana

La strada
Caro Walter Veltroni, sono giorni complicati, lo sappiamo. L'incidente nella metropolitana, la Festa del cinema, l'ordinaria amministrazione di una grande città come Roma. Però c'è un favore che vorremmo chiederle. Il filosofo francese André Glucksmann e il radicale italiano Mario Staderini hanno proposto che nelle città europee venga intitolata una strada ad Anna Politkovskaja. Non una strada qualsiasi, ma quella in cui si trovano l'ambasciata o il consolato della Federazione russa, che così avrebbero sulla loro carta intestata o sui biglietti da visita dei funzionari il nome della giornalista. A Roma l'ambasciata è in via Gaeta. Sono certo, e lo sa anche lei, che tanti romani sarebbero felici di veder ricordata così Anna Politkovskaja. Qualche giorno fa lei ha detto in tv che il futuro è meraviglioso. Vuol darcene una dimostrazione concreta? Un cordiale saluto, Giovanni De Mauro - Giovanni De Mauro

Da "Internazionale"

Black Power


L'arcobaleno Obama
Greta, un'infermiera che ha fatto dodici ore di viaggio per andare a un comizio di Barack Obama, riesce finalmente a sfiorare una manica del senatore: "Oh mio Dio! Ho appena toccato il futuro presidente!".L'episodio ha del pittoresco, ma dà la misura di quello che Time definisce "l'equivalente politico di un arcobaleno, un evento quasi soprannaturale che ispira devozione ed estasi". Il democratico Obama sembra avere tutte le carte in regola per diventare il prossimo presidente degli Stati Uniti: ha uno stile oratorio sobrio che rispetta l'intelligenza dell'uditorio; è un progressista convinto, ma senza partigianerie – "anzi, aspira a trovare un terreno comune con i conservatori". Inoltre, "al pari di Colin Powell sembra avere un grande potere sull'immaginario americano, perché è un nero che trascende gli stereotipi razziali".E lo fa con tanta facilità "che ci si aspetta che getti un ponte anche su tutte le altre divisioni". Se interrogato sulle sue aspirazioni presidenziali, Obama si limita a non smentire, il che nel gioco delle parti della politica equivale a un'ammissione. Ma secondo Time le sue idee sui grandi temi, dall'assistenza sanitaria al problema energetico, sono ancora troppo timide e vaghe per farne un vero leader.

da "Internazionale"

Quando ero in Italia, avevamo fatto l'abbonamento per ricevere ogni venerdì "Internazionale", un settimanale che pubblica in italiano i migliori articoli comparsi sulla stampa straniera. Raccoglie anche le migliori firme e i più grandi intellettuali, ricercatori e scrittori del nostro tempo, la cui lettura devo dire la verità mi manca immensamente. Era una gioia, il venerdì scendere e vedere che era dentro la cassetta della posta, avresti voluto divorarlo lì per lì, ma invece poi te lo gustavi piano piano nel weekend e in settimana se non l'avevi letto proprio da cima a fondo, prima di andare a dormire ti leggevi qualche articolo, i vari editoriali, le varie inchieste condotte dai giornalisti più accurati e più bravi al mondo.
Mi sentivo informata, avrei potuto tranquillamente affrontare discussioni su politica, economia, letteratura, musica, etc. Ora visto che qui non lo vendono e non ce la sentiamo di rischiare un abbonamento all'estero, mi sento fuori dal mondo. Ovviamente c'è la versione on-line ma a me piace di gran lunga l'esperienza di quella cartacea...! A volte si rischiava di litigare perchè chi lo avrebbe letto per primo!!

Comunque tornando all'articolo sul candidato dei democratici afroamericano (non fate quella smorfia se aveste fatto l'esame di antropologia culturale sapreste che si dice così...), penso che se se dovesse avere anche solo una possibilità di concorrere all'elezioni per la presidenza degli Stati Uniti, sarebbe davvero un evento incredibile, penso che rivaluterei tutte le mie idee negative sulla mentalità dei cittadini del Nuovo Mondo...Ma vi rendete conto, sarebbe un riconoscimento prima e poi una ventata d'aria fresca di speranza perchè no, una specie di rivoluzione, e anche un risarcimento dovuto alla comunità afroamericana che insieme a quella ispanica ha dato e continua a dare tanto al paese.
Un evento del genere potrebbe scatenare reazioni positive e auspicabili a catena come l'ingresso ad una presenza più massiccia delle donne nei parlamenti di molte democrazie europee, potrebbe aumentare le possibilità di riconoscimento dei diritti e dei doveri di alcune categorie non riconosciute, mi da l'idea che tutto diventerebbe finalmente possibile.
Mi rendo conto che è una visione semplicistica ma per una come me che sostiene l'esistenza della
post-democrazia in ogni governo democratico del pianeta, un presidente afroamericano alla guida degli Stati Uniti, ragazzi, mi vengono già le lacrime agli occhi dalla felicità...
Sarei curiosa di sapere cosa ne pensano i politologi più famosi del mondo: Chomsky, Crouch, Dahrendorf, Sartori, etc.
E voi?

Lori guarda, c'è pequeno...


La foto è stata premiata nella sezione speciale uccelli. L'autore è il tedesco Solvin Zankl, che ha immortalato i pinguini nelle isole Fiakland.

giovedì, ottobre 19, 2006

Insegnamento, discussione, studio

"Se vuoi sapere dove vai, devi sapere da dove vieni"

dal Talmud.

Parlamento, Medicina e cannabis

Cannabis nella terapia antidolore.Via libera dal Consiglio dei ministri.

"C'è una tabella specifica nel provvedimento dove vengono inseriti gli stupefacenti ad uso terapeutico con due farmaci a base di sostanza cannaiboide già usata in Canada, Svizzera, Olanda" dice il ministro della Salute, Livia Turco a Palazzo Chigi.


Droga, indagata la troupe delle Iene che ha eseguito i test sui politici.

Indagati dalla procura di Roma per violazione della privacy i tre componenti della troupe del programma "Le Iene" che ha eseguito il test antidroga su 50 politici italiani. Nel registro degli indagati, secondo quanto si è appreso, è finito anche il responsabile del programma che ha commissionato il servizio.


da La repubblica, 19 ottobre 2006

Che ne pensate?

Le persone che ami


Come mai che con le persone a cui vuoi più bene, che ami con tutta te stessa, sei capace di riempirle di insulti, di pensare il peggio di loro, di riconoscerle e vederle trasfigurate dalla tua stessa rabbia, di diventare anche violento. Come mai, a volte vorresti che scomparissero per un po', che diamine ti lasciassero un po' in pace, che non ne puoi più e per favore che venisse qualcun altro. Come succede che l'amore e l'affetto più grande si tramuta in una insofferenza acuta, dura pochi istanti è vero, ma sembra così distruttiva.
Come succede che a volte le senti talmente lontane e estranee che ti chiedi ma dove è finito l'amore che ci unisce? Come succede che prima anelavi il sempre e a volte vorresti spesso. Perchè gli anni trascorsi, le esperienze in comune, le scelte radicali fatte insieme, a volte rappresentino un bagaglio di forza e altre volte l'intimità conquistata, la passione e l'amore scatenino e creino momenti tragici?
Come mai quello che ti unisce può diventare quello per cui ti allontani? Come mai a volte sei sicuro"Lui e nessun'altro per tutta la vita" e altre "Come sarebbe con un altro"?
Credo che davvero faccia tutto parte del gioco chiamato amore. Ma mi spaventa lo stesso.

Dovrei

Dovrei essere contenta, per tutta una serie di motivi molto lunghi, dovrei essere contenta e invece non lo sono. Sono insoddisfatta, demotivata, apatica e insofferente. E più penso, cacchio ma che ti lamenti, è normale, be patient e più mi viene l'ansia e più mi deprimo.
Perchè l'età adulta o comunque un po' più matura ti porta via quella visione spensierata della vita e degli eventi che ti capitano? Io sono una persona a cui piace ridere e divertirsi, che si potrebbe a buon diritto chiamare solare, a volte sono anche una buffona-giullare piena di energie e di voglia di vivere. Ma sempre di più sento allontanarsi quel modo di fare "a cuor leggero", ora mi sembra il tempo in cui tutto si compie, il momento in cui il futuro e le possibilità sono marchiati a fuoco dai passi che sceglierai di fare. Mi sento il cuore e l'animo di piombo.
Mi manca l'Università e invidio quelli che più o meno da laureati ci sono rimasti. Non so come sia possibile ma ora non riesco a trovare la giusta impostazione per digerire il cambiamento e insieme il mio ingresso nel mondo del lavoro. Nella mia vita seppur breve, di cambiamenti ce ne sono stati, eccome se ce ne sono stati, si potrebbero chiamare anche svolte epocali nella mia storia personale, piccoli e grandi traumi, piccole ribellioni, abbandoni, dipartite, allontanamenti, distacchi forzati, litigi, odi, simpatie, disamori, nascite, nuove case, nuovi rapporti, matrimoni, trasferimenti, sfide universitarie, grandi soddisfazioni, chi ne ha più ne metta. Insomma, se uno va a guardare, come una normale vita...
Ora però mi trovo senza risorse, guardo dentro di me e mi dico che eppure da qualche parte le devo pure aver messe, cavolo, come in banca, no? che te le risparmi per assicurarti per il futuro, non si sa mai...invece no, niente, forse stavolta non sono semplicemente pronta.
Mi ripeto che ho già sperimentato il senso di frustazione e di impotenza, come quando ti senti in balia degli umori e del destino che decide lui dove andare anche quando stai ferma. Poi c'è stata anche l'esperienza della soddisfazione e dell'orgoglio rinvigorito, ma ora non trovo energia dentro me. Sono combattiva e testarda in molti altri aspetti, chiedete a mia madre e al mio compagno o alle mie amiche più strette...!! Ora uno zombie che si trascina, aspettando il colpo finale. Mi viene sempre da pensare questa specie di dialogo immaginario fra due persone: "Vedi quella ragazza, avevamo tante aspettative su di lei, sembrava potesse fare tutto e invece guarda dove è finita...". Lo so è paranoia e follia pura, tra l'altro nessuno in famiglia mi carica di ansie, nessuno e ne sono grata mi ossessiona, però io invece da sola sì. Il mio più grande difetto e me lo dice sempre mia nonna è l'impazienza, cioè proprio la mancanza della pazienza.
Non so aspettare, valutare con obiettività, voglio tutto e subito...Credo che ci siano degli apsetti della personalità di un individuo che non possano essere ricollegati alla sua educazione, all'ambiente famigliare, agli stimoli ricevuti da piccoli. Ci sono delle peculiarità tue e di nessun altro, che non si capisce come siano venute fuori, ma che ti caratterizzano e che ti rendono unico. Spesso sono proprio quegli aspetti con cui entri in conflitto, che vorresti avere la forza e il potere di mitigare e controllare. Boh. Sono dentro una nube, vorticosa e polverosa e non vedo nulla...

mercoledì, ottobre 18, 2006

Io e i miei amici...


Più o meno siamo così...

martedì, ottobre 17, 2006

Life is a flower

mi sento

Oggi va così, mi sento demoralizzata, un po' anche depressa, mi sento costretta, mi sento sradicata, mi sento senza prospettive, mi sento senza risorse come fossi senza ancore di salvataggio, mi sento sola, mi sento frustrata, mi sento che voglio troppo, mi sento presuntuosa ma senza coraggio, mi sento come una farfalla con le ali tarpate, mi sento giù, mi sento arida, mi sento poco vitale, poco combattiva, mi sento straniera, mi sento vecchia, mi sento dispersa, mi sento lontana, esaurita, mi sento inutilizzata, mi sento castrata, mi sento frenata, mi sento senza potere, mi sento senza forma alcuna, mi sento raggirata, mi sento senza idee, mi sento povera di contenuti, mi sento fuori dal mondo, ma non vi preoccupate almeno mi sento...

domenica, ottobre 15, 2006

Parole

"Il crimine più grande: giudicare.
Il difetto più grande: la mancanza di generosità."

Susan Sontag

Taccuini inediti

"Sul Tenere un Diario. Superficiale intendere il diario solo come il ricettacolo dei propri pensieri privati, segreti - come se fosse un confidente sordo, muto e analfabeta. Nel diario non mi limito a esprimere me stessa più apertamente di quanto potrei farei con un'altra persona; creo me stessa. Il diario è un mezzo per darmi un senso d'identità. Mi rappresenta come emotivamente e spiritualmente indipendente. Perciò (purtroppo) non registra semplicemente la mia vita concreta, quotidiana ma piuttosto - in molti casi- ne offre una alternativa. C'è spesso una contraddizione tra il modo in cui ci comportiamo con una persona e ciò che in un diario diciamo di provare per quella persona. Ma questo non significa che quello che facciamo è superficiale, e che solo quello che confessiamo a noi stessi è profondo. Le confessioni, e naturalmente intendo le confessioni sincere, possono essere più superficiali delle azioni. (.......) Tra le principali funzioni (sociali) di un diario c'è proprio quella di essere letto furtivamente da altre persone, quelle persone (come i genitori e gli amanti) sui quali si è stati crudelmente sinceri solo nel diari."

Susan Sontag, 30 dicembre 1958

Musica Maestro

Io con la musica ho un rapporto strano, ma non ho mai capito perchè. Non mi è mai piaciuto comprare cd, o le vecchie cassette perchè mi sembrava uno spreco di soldi, d'altronde ci sono le radio. Non mi piacciono gli album interi dei musicisti, ma solo alcune canzoni che sento a ripetizione. Mi spiego, ora che c'è internet questo mio discusso rapporto con la musica viene ancor di più facilitato perchè scarico la canzone che mi piace e via, di volta in volta mi faccio la mia compilation del momento (con altre singole canzoni di più cantanti) che poi si cancella appena chiudi il file. Oppure entro in fissa con una determinata canzone che mi mette buonumore e che mi fa sembrare tutto più positivo, la sento per una giornata intera la canto per due giorni di seguito, ma poi basta. Non è che mi compro il cd dell'artista e me lo sento tutto, dopo un po' mi annoierei, mi focalizzo su una sola canzone. C'è una precisazione da fare, io non ho un genere musicale preferito (non sono un amante della musica classica, punk, rock o cosa) quindi si può davvero dire che ascolto cani e porci. Mia mamma invece mette su il cd e lo ascolta tutto, ad alto volume mentre è in giro per la casa, cucina o legge o altro, io prenderei sceglierei le canzoni che mi piacciono di più e selezionerei solo quelle, quindi poi alla fine ascolterei solo poche canzoni. Lei questo non lo sopporta, si innervosisce...! Davvero ogni tanto mi chiedo se ci può essere un motivo recondito a questo mio atteggiamento nei confronti della musica, oppure è un semplice disinteresse per una pratica culturale amata da moltissime persone? Perchè a me non mi smuove nulla, forse perchè per me è solo una base su cui ballarci sopra, un mezzo per aiutare ad esprimere il corpo ma non una arte in sè da amare? Mah, alla fine non è che nella vita tutto ti deve interessare con grande intensità (scusate la forma), ho la passione per il ballo, ho la passione per la lettura, per il cinema, per il teatro, mi piace imparare lingue nuove, mi piacerebbe pitturare quello sì, ma non ne ho il coraggio perchè non sapendo disegnare cosa mai potrei creare che non è stato già fatto? Voglio affinare le mie tecniche culinarie ancora alle prime ma non per questo buone armi. Ma non ho nessun talento o passione per la musica...C'è di mezzo la psicoanalisi?!!!

Topkapi

sabato, ottobre 14, 2006

Smetto quando voglio


Questo è un uomo che mi sta da sempre simpatico. Dall'inizio, anche quando tutti pensavano che fosse un coglione, scusate il termine, a me è sempre piaciuto. Sono sempre stata un po' così anticonformista, non è vero ma era tanto per darmi un tono...Cmq mi piace le trovate che ha, i film in cui recita e come recita, i libri che scrive, i suoi programmi alla radio, quelli su Mtv, tutto. Mi fa ridere, mi piace che sia malinconico, annoiato a volte e che non lo nasconda mentre fa tv, mi piace il fatto che sia stesso, si diverta e faccia divertire e ci guadagna pure. Insomma quello che vorrei fare io nel mio lavoro, divertirmi essere me stessa e essere pure pagata.
Sembra un cretino, invece per me è un genio. Non come Einstein ovviamente, ma che ne so, mi piace. Dice che non vuole che lo si definisca attore sennò ne rimarrebbe spaventato, è un disincatato forse pure disilluso ma non gliene importa nulla, lui va per la sua strada e poi c'azzecca sempre. Dice che vuole stare sempre ai margini, beh, almeno uno sincero.

Journalism

"Devi avere la notizia per prima, ma prima devi avere la notizia esatta".

Da SCOOP, l'ultimo film di Woody Allen.

Itaca

Ogni tanto mi sento come una segreta Penelope...

ho deciso che...



Ho deciso che ogni giorno, o almeno quando mi ricordo e ne ho voglia metterò nel blog delle foto di un mio caro amico nonchè testimone di nozze dello sposo, anche se so che lui non ne sarebbe tanto d'accordo. Le sceglierò così a caso. Queste sono le prime.

caccia a mickey mouse...


Stamattina Andrea ha detto no, basta e ha deciso che avrebbe cacciato il topo (da me ribattezzato Italo...) dalla nostra cucina, gli da fastidio non il fatto in se per sè che ci sia ma piuttosto che si muova e che emetta suoni anche quando ci siamo noi dentro che traffichiamo. Ma non sa che i topi sono stupidi ma hanno molta paura e quindi scappano, non stanno lì fermi ad aspettare che qualcuno li catturi...Comunque ora è barricato in cucina, ha spostato frigo, forno e microonde e sta passando l'asirapolvere nella speranza che oltra alle cacchette del topo e a un po' di polvere magari riesce ad aspirare anche il topo, magari...
Io sono molto scettica. Effettivamente non ho la minima idea di come si fa a scacciare un topo e soprattutto a sventare altre intrusioni qui ad Amsterdam dove tutti accettano allegramente e senza tante storie la cosa...quindi lascio a lui ogni azione, tanto che da quando l'ho scoperto cioè mercoledì sera io in cucina non ci entro più, non cucino più, non mi prendo un bicchiere d'acqua niente. Torna il soldato dalla guerra, bollettino dei sopravvissuti: niente buchi, niente muffa, niente che possa far pensare da dove sia mai uscito sto topo maledetto...vabbè ai prossimi aggiornamenti.

made in usa

Giovane, creativo un po' intimista.
L'identikit del blogger americano.

Negli USA i "blog" sono letti da 57 milioni di utenti...A quando uno riconoscimento della comunità blogger italiana? Dovrei documentarmi sui blogger olandesi, in effetti...

venerdì, ottobre 13, 2006

ragionevoli dubbi

"Mi piacerebbe scrivere. I libri sono la cosa che mi piace più di tutte. Mi piace leggerli e mi piacerebbe scriverli, se fossi capace. In realtà non lo so se sono capace, visto che non ho mai avuto il coraggio di provarci."

Questo è un piccolo assaggio dal libro "Ragionevoli dubbi" di Gianrico Carofiglio.
Queste tre righe racchiudono quello che esattamente provo io nei confronti dei libri e sul fatto che mi piacerebbe scriverne.
Ho scritto un post sull'argomento libri e ancora non avevo iniziato questo libro e quando ho letto il pezzo sopracitato, mi sono stupita come succede sempre quando un libro, un personaggio, l'autore stesso riescono a stupirmi e affascinarmi.
Inutile dire che il personaggio dell'avvocato Guido Guerrieri mi piace tantissimo, è simpatico, astuto, intelligente, fa boxe, è di sinistra, di Bari, colto e raffinato, un professionista rispettato nel suo ambiente, un uomo sensibile e fascinoso nella vita. Mentre leggevo il libro mi è capitato svariate volte di ridere di gusto alle battute del protagonista, a me gli uomini che mi fanno ridere sinceramente e di cuore, mi fanno impazzire...
Io volevo fare l'avvocato, ma forse mi sarei depressa e incattivita e inaridita, perchè la mia è una specie di piccola passione nei confronti della giurisprudenza che però credo una volta messa sul piano della realtà svanisce subito...la mia mamma all'epoca, dopo il liceo, mi ha invece consigliato di orientare le mie scelte univeristarie su un corso di studi tagliato sulla mia personalità e infatti aveva ragione. Ma niente a me la giurisprudenza mi stuzzica ancora...No, non ho nessuna intenzione di mettermi a fare la seconda laurea, voglio lavorare nel campo in cui mi sono specializzata con gli studi e stop.
Tornando a bomba, leggevo il libro e pensavo che il protagonista maschile mi affascinava sempre di più e che però allo stesso tempo mi ci rispecchiavo in moltissimi aspetti.
Che poi è un libriccino, con una storia abbastanza lineare e che si risolve con poche ma azzeccate mosse dell'autore, tutto questo per dire che a livello di trama e di intreccio non è certo Pirandello o Camilleri ma che invece a livello dell'introspezione personale ha dei momenti molto efficaci almeno per me.
E' strano come un libro che parla di toghe, di poliziotti, di sale di giustizia, di criminali, di droga, certo molto più leggero in termini di fatti e eventi rispetto ai precedenti scritti dall'autore, mi abbia davvero rapito. Lo sento come mio, sono gelosa del protagonista, vorrei saperne di più di come è fatto, di cosa pensa che poi magari è quello che pensa l'autore...che nella vita è un magistrato che vive e lavora a Bari. E' un libro scritto molto bene, che sembra puntare più alla persona e all'anima, al modo di essere del personaggio piuttosto che alle vicende che gli accadono intorno. Gli altri libri parlavano di fatti duri, raccapricianti, sporchi, questo invece no, per questo dico che è più leggero. Non ci sono giudizi da esprimere o una morale che viene violata, c'è il protagonista con i suoi piccoli e per questo umanissimi drammi esistenziali. In una parola da leggere.

annessi e connessi

Oggi potrei dire di aver trovato lavoro. Potrei perchè il lavoro è in un call center, devo lavorare 16 ore a settimana quindi part-time, 4 giorni a settimana e fin qui nulla di terribile se non fosse che parliamo di call center, un luogo dove all'entrata poggi il cervello negli appositi armadietti e poi lo riprendi alla fine...e l'orario è orribbile. dovrei lavorare mart, giov, ven dalle 17:30-21:30 e il sabato dalle 10:00-15:00, aggiungo il corso intensivo di olandese lun-merc dalle 19:00 alle 21:45 e io non sto più a cena con la mia famiglia...e la mattina continuo a non fare nulla di costruttivo.
Manco la sera se è per questo, ma almeno mi danno 8,14 euro all'ora. Il mio piano consiste nel farmi almeno una settimana di lavoro, ma se è una palla (come credo) e gli orari sono impossibili, mollo.
Il pensiero ossessivo che mi perseguita è che non ho fatto 5 anni di università nei quali mi sono impegnata con tutta me stessa per arrivare all'obiettivo finale, la laurea, con un curriculum universitario che mi permettesse di ottenere un buon risultato, ho studiato esami anche ostici e difficili, ma non mi sono appassionata e ho dato e preteso il massimo per poi chiedere ai meccanici italiani che vivono in italia i prezzi delle loro prestazioni per creare un bacino informativo utile ai meccanici olandesi...
No. E' vero che devo accumulare esperienza nell'ambito "lavoro" ma è anche vero che ho una struttura mentale, dovuta agli studi fatti e non solo a quelli, che non può e non vuole accontentarsi di questo. Allora faccio volontariato.
So che posso sembrare pretenziosa, presentuosa, ma ho delle ambizioni e sento che piano piano mi si sta delineando in testa un'idea seppur ancora lontana di quello che mi piacerebbe fare. Diciamo che come al mio solito so per certo quello che NON voglio fare...Insomma l'esperienza del call center poteva andare bene durante gli anni dell'università, poteva servirmi per, scusate il termine, "scafarmi" un po' nell'ambito lavoro. Ma ora io voglio esperienze consistenti da potermi giocare in un futuro nel mercato del lavoro quello ad alti livelli. Io voglio mettermi alla prova, voglio vedere se certe cose me le posso permettere oppure no. Se è vero che sono una persona comunicativa, creativa, innovativa, piena di idee, che non ha paura di lavorare assieme ad altre persone, un tipo diplomatico, che ha la capacità di risolvere problemi e di trovare soluzioni alternative, insomma se è vero che c'è un terreno fertile che aspetta solo di maturare.
Adesso il mercato del lavoro non è più come una volta: parto dal basso chissà magari arrivo in alto, no, mi sembra più statico come se non si possa far carriera, ma poi dove, in un call center? no, io non lo voglio fare, ci vado solo per correttezza e per poter dire "c'ho provato, ma niente è più forte di me, mi fa schifo".

giovedì, ottobre 12, 2006

libri, storie e quant'altro

C'è una cosa che non mi stancherei mai di fare nella vita ed è leggere. Per me non è solo una passione, un passatempo, un'attività culturale, è il mio ossigeno quotidiano, una dimensione della mia vita che non potrei mai smettere di avere accanto. Io leggo tantissimo, a volte troppo, questo significa che divoro letteralmente i libri, a ciò si deve aggiungere una capacità di lettura velocissima ereditata quasi geneticamente da mia madre e da mia nonna. Succede spessissimo che faccio nottata finchè non ho finito il libro, so che può sembrare una forma acuta di alienazione, ma non vi preoccupate sono l'essere più sociale-socievole-espansivo al mondo.
Se mi si vuole fare un regalo con me non si sbaglia mai con i libri, se poi sono quelli di autori preferiti o che comunque sono piaciuti a chi mi fa il regalo sono ancora più contenta.
Quando finisco un libro che mi ha appassionato, sto male, tipo crisi di astinenza, un dolore direi profondamente esistenziale, lo so sembro una drogata, ma leggere si potrebbe definire il mio unico vizietto...Ora che sono qui dove non ci sono le librerie italiane, o meglio c'è una tristissima e con i libri cari perchè se li fa spedire, quindi per me non esiste, devo centellinare i libri che mi sono portata da Roma. Quindi me li guardo, leggo le recensioni ma poi li rimetto a posto e freno la mia voglia di leggerli subito.
Ho inventato uno stratagemma, siccome io adoro leggere ma mi piace farlo solo in italiano, nella mia lingua madre, perchè ho paura altrimenti di non carpire il profondo significato delle parole usate (lo so che alcuni libri sono tradotti e che ogni traduzione è un tradimento, ma tradurre è anche quella una forma di arte, di letteratura), cosa mi sono inventata? Non leggo i libri italiani perchè sennò me li mangerei in un solo boccone, ma visto che devo anche rinfrescare il mio inglese, mi sono comprata dei libri in inglese! Che servono a placare, a soddisfare la mia fame e in più hanno una funzione come dire pedagogo-educativa (si potrà dire così massimo?). La lettura è un po' sofferta, leggo con il dizionario a portata di mano e devo sottolineare le parole che non conosco (mamma perdono, ma sono edizioni supereconomiche neache tanto belle...ti prometto che cancello tutto!), ma vabbè intanto ho in mano un libro, vedo i caratteri stampati, sento la ruvidità, la consistenza della carta scelta per stamparlo, l'odore e etc.
Avete presente il film "Agata e la tempesta", beh non sapete come invidiavo la protagonista che aveva la sua libreria, che consigliava i libri come fossero sue creature, mi piacevano addirittura anche solo le librerie in legno del negozio...Davvero non capisco le persone che non leggono o che si dicono non-amanti della lettura o peggio che leggono solo alcuni tipi di libri, li guardo con occhio compassionevole, da crocerossina...
Invece venero quasi fossero divinità gli autori, gli scrittori, io li ammiro di una ammirazione che sconfina nella pornografia come dice mia nonna...
Comunque ho appena sentito al telefono la mia mamma e ha detto che mi spedisce dei libri da leggere, quindi vi lascio perchè devo finire il libro che ho iniziato ieri sera: "Ragionevoli dubbi" di Gianrico Carofiglio...
P.S. Se poteste vedermi...sembro Shylock di Shakespeare...

mercoledì, ottobre 11, 2006

Bioscoop

Fra pochi minuti uscirò e andrò al cinema con delle ragazze italiane e non, che vivono ad Amsterdam da un bel po'. Il film scelto è "Il diavolo veste Prada", lo so che non è un film d'autore e che la sceneggiatura non sarà Jane Eyre ma almeno faccio un po' di vita sociale. In effetti mi fa un po' strano pensare di uscire in una città che non è la mia ma che fra poco lo diventerà, con amiche-ragazze appena conosciute, mi sento in quel limbo in cui non sai mai se saranno tue amiche o semplici conoscenti con cui avere un rapporto cordiale ma niente di più, mica è detto che tutti quelli che incontri nella vita poi debbano diventare tuoi grandi amici o comunque persone che ti fa piacere vedere e avere accanto spesso, no?.
Comunque ora devo andare sennò arrivo tardi, mi tocca uscire con la bici, con stò freddo!

prendo il meglio....MADDECCHE...

Allora sono giorni che mi sento dire che devo prendere il meglio delle abitudini, degli usi e costumi, della cultura olandesi e quant'altro.
Avverto chi è sensibile alle parolacce, sto per diventare l'essere più volgare, cattivo, scurrile e senza pudore (in preda ad una crisi isterica di quelle storiche) che voi abbiate mai incontrato: A CASA NOSTRA VIVE UN RATTO. Oramai mi sorprendo da sola quando ostento con voi questa calma direi ZEN, ma il fatto è che c'è un ratto, non una pantegana romana, ma sì un ratto che si muove dietro al mio frigo e sotto il pavimento ammuffito della mia cucina di merda olandese.
Il bello è che il resto delle persone che mi circondano mi dicono: "ma che te stai a preoccupà, ma dagli un nome, no? ma perchè non ti fai un gatto perchè non c'è nessuna soluzione, il veleno non gli fa niente, perciò rilassati e rassegnati, qui è così...." e cazzate del genere. Ma dico porca miseria, porca putt...na, caz.., ma che scherziamo? e meno male che siamo nel paese dove la disoccupazione è ai livelli + bassi d'Europa, che sono tutti tolleranti, che ognuno è libero, che il governo funziona, che le tasse le pagano tutti, che c'è una vera ridistribuzione del reddito etc. TUTTE CAZZATE, questa civiltà evoluta convive tranquillamente con i ratti in casa....e io secondo loro dovrei fare lo stesso..........ma VAFFANCULOOOOOO.
eh, scusatemi ma ci voleva....

martedì, ottobre 10, 2006

pensieri incasinati

Oggi avevo tante idee in testa ma nessuna capacità di esprimerle, per questo mi ritrovo ora alle nove e mezza di sera a fare il punto della situazione.
Volevo aggiornarvi sulla questione lavoro, mah, qui i CV li mandi per e-mail e se hanno qualcosa adatto a te ti contattano loro. Ah, devo scrivere quella che in gergo si chiama COVERING LETTER o all'italiana lettera motivazionale, quindi stasera mi ci metto e ne creo una standard dove poi ci posso aggiungere le frasette tipo "la vostra agenzia è la meglio e per questo e quest'altro motivo contatto voi".
Invece vorrei farvi capire meglio come funziona la vita famigliare olandese da quel che ho visto, insomma gli usi e costumi locali quando si hanno figli.
Tra l'altro mi piacerebbe avere gli strumenti e l'expertise adatto per poter fare una ricerca socio-antropoligica su come i genitori/nonni vedono i propri figli, ma non credo di poter essere in grado di fare un questionario e poi di analizzare le informazioni...ma vabbè, tornando a bomba i genitori olandesi usano mettere a letto i propri figli molto presto, i bimbi olandesi alle 19 vanno a dormire, questo vuol dire che cenano alle 18-18:30. Non si usa portare con se i bambini a cena fuori, che è l'attività preferita degli adulti olandesi insieme all'aperitivo appena usciti dal lavoro. Ci è capitato a noi tre di andare a cena fuori e di essere l'unica coppia con bambino (in ristoranti molto frequentati mica bettole...) e il cameriere non aveva capito che mangiava pure lui, pensava avesse già cenato...non gli aveva neanche messo piatti, posate e bicchiere....
Ora, se vuoi farti una cena in libertà lontano dai marmocchi, liberissimo, ma che non concepisci l'idea che possano ogni tanto venire anche loro mi sembra inquietante...cioè ma che li fai a fare, se li pensi solo come un fardello? In giro per la città, nei negozi, vedi stì poveri bimbi piangenti, smoccolanti qui sembra un'offesa pensare solo di pulire il mocciolo ai bambini, diventa una crosta che si espande dalle froge nasali fino alla bocca, che con la saliva immaginate voi che può creare? dall'asilo ci è arrivata una comunicazione scritta che gira l'impetigine, una malattia molto comune fra i bambini dell'età prescolare dovuta a scarsa igiene.....sono in balia della folla, senza nessun adulto accanto, ma che cavolo, ma io chiamo i servizi sociali italiani, perchè qui mica esisteranno, ma ti mando in galera. Piove? Io copro mio figlio, se non ho l'ombrello con qualcosa giusto per non fargli venire la broncopolmonite, loro li lasciano sotto la pioggia e il vento incuranti di tutto.
Una mia amica brasiliana conosciuta al corso di olandese mi ha raccontato una scena che ha visto fuori da un supermercato: c'era questa signora (una nonna, ma non come te mamma più come mia nonna) che aveva un bebè nella culla e un altro piccolo di tre anni in giro, insomma stà signora esce dal supermercato e guarda nella busta e si capisce che ha dimenticato di comprare qualcosa, si gira ed entra nel negozio, lasciando il neonato nella culla davanti al negozio e l'altro bambino in giro per la strada che rovistava nei cestini...

lunedì, ottobre 09, 2006

La famiglia, i bambini, l'educazione qui

Avevo già annunciato ad alcuni che oggi pomeriggio il mio cucciolo (di bambino!) Lorenzo era stato invitato a casa di un altro bimbo olandese-spagnolo.
Per noi è la prima volta che Lori viene invitato a casa di qualcun'altro, alla fine ha quattro anni, è piccolino ancora, tutto questo per dirvi che anche io non ero pratica. Non sapevo se dovevo andare a prenderlo a scuola oppure andarlo a prendere direttamente a casa del bimbo, non è che poi ci fosse un vero e proprio appuntamento, ma vabbè. Fatto sta che decido di andare lo stesso a prendere Lorenzo a scuola, dove incontro la madre dell'altro bimbo che mi chiede se sapevo che Lorenzo era stato invitato, io dico sì ma non ero sicura che poi si faceva ed essendo la prima volta di lori non sapevo come avrebbe reagito. Come mi immaginavo Lori non aveva nessuna intenzione di andare da solo, lì gli parlano tutti in olandese o inglese o spagnolo e con tutta la buona volontà poverino, no? qui poi a volte, giustamente, è un timidone, ma vorrei vedere voi...Insomma vado al dunque, i bambini da quando camminano da soli qui attraversano per la stada da soli, sono soliti saltare sui muri delle abitazioni altrui, strattonarsi in mezzo alla strada, urlare, saltare sulle bici in corsa e quant'altro. Allora vorrei dire che non è che i bambini olandesi sono degli alieni, ne ho visti tanti a Roma e in Italia ma solo che loro sono più selvaggi e senza alcun tipo di educazione. Credo di non esagerare quando dico che Lorenzo seguendo gli altri bambini a momenti non veniva investito ( e davvero poteva accadere) a turno da un motorino, un autobus, macchine, bici e tram. La mamma di questo bimbo che è spagnola mi faceva "non ti preoccupare si fermano, non ti preoccupare attraversa da solo guardando", qui funziona così e altre cazzate del genere. Io mi sono stupita delle mie reazioni, cioè non ho urlato, praticamente dentro ero svenuta e fuori ostentavo una parvenza di tranquillità. Una volta tornata a casa, ho realizzato che no, mio figlio non crescerà abbandonato al suo destino, qui non siamo nella giungla, non funziona che chi è più forte e astuto sopravvive. E io non ce la faccio a mandarlo a casa di una che appena arriva li molla alla ragazza alla pari filippina e poi se ne scappa a lavoro, con la suddetta filippina che non se li fila nemmeno e mio figlio lì senza nessun adulto a controllarlo. Senza pensare al fatto se ci arriva sano e salvo a casa degli altri, vi lascio con questa prima parte del racconto con una nota che vi farà inorridire, disgustare e sorridere insieme. Siamo andati via salutando e ringraziando la filippina dell'ospitalità (la mamma era al lavoro) con i bambini che mangiavano in una ciotolina delle palline verdi gelate: pisellini congelati...forse era la loro cena...

the sunshine is in amsterdam...

Il sole oggi c'è, da qui a dire che resterà per la prossima mezz'ora è troppo. Qui non ci sono garanzie per quanto riguarda il meteo, in un giorno solo puoi attraversare tre stagioni: freddo polare artico, sole che riscalda e vento nordico...
Bando alle ciance, oggi è il grande giorno, da oggi inizia la mia esperienza sul cerca-trova-buttatinelcanale lavoro. Dopo essermi docciata e dopo aver passato quei tre quarti d'ora a scegliere come vestirsi perchè qui sono molto per l'understatement e i rapporti sono tutti informalissimi, forse riuscirò ad uscire di casa. Questa cosa dell'informale, tra l'altro qui parlano tutti tranquillamente inglese e come sapete il Lei in inglese non esiste, mi disorienta un po'.
Io sono stata educata in un altro modo, non che in famiglia siamo dei tipi come si dice affettati, ma ci sono tutta una serie di buone maniere che bisogna rispettare: alle persone più grandi di te e che non conosci si da del lei, alle persone che non conosci comunque si da del lei, in tram, metro e autobus si fa sedere la persona anziana, l'uso di un linguaggio appropriato negli ambienti che non ti sono familiari, non si arriva tardi ad un appuntamento, insomma credo che tutto faccia parte di quello che noi chiamiamo rispetto. Non mi fraintedete niente di particolarmente borghese, ogni italiano medio è stato educato così, poi se sei andato a scuola cattolica ancora di più e ogni italiano medio è andato a scuola cattolica...! Ora non vorrei che pensasse che venivamo bacchettati e che c'erano regole a non finire. Perchè il rispetto non è una regola è solo uno dei tanti modi (che io però preferisco) di imbastire le relazioni interpersonali. Perdonate la vaghezza e la pochezza della definizione è che sono già al colloquio per il lavoro e sono un po' agitata. poi se conosceste ogni componente della mia famiglia vi verrebbe da ridere perchè siamo dei caciaroni, dei ribelli nati, degli incontenibili, dei pazzi-geni scatenati, pieni di idee, pronti ad aiutare chiunque. Però siamo educati. E non è poco...!! Ci mancava solo che non eravamo educati, finivamo tutti in galera...
Una precisazione non è che in Olanda le persone non siano educate o irrispettose, oddio ho notato che se possono in fila cercano di fregarti e di passare avanti, i bambini sono abbandonati a se stessi almeno secondo il canone italiano e alcuni sono davvero delle pesti, e tutti non usano il Lei. Cioè almeno nella fase delle presentazioni, vogliamo definire uno spazio chiaro che non deve essere necessariamente di distanza, ma un limbo passeggero dove ci sono ruoli stabiliti che basta un "ma perchè non ci diamo del tu?" e finisce lì?
Ora devo veramente andare, vi lascio con questa confusione mentale, perdono...

sabato, ottobre 07, 2006

Istanbul



Questa per chi non c'è mai stato e mi dispiace veramente tanto per lui/lei, è Instanbul, o se preferite Costantinopoli o ancora Bisanzio. Oggi è esattamente un mese che siamo tornati dalla Turchia, un paese che sono sicura essere meraviglioso a parte la sua affascinante capitale che fa da mediatrice fra l'Oriente e l'Occidente. Appena tornata a Roma mi è venuta una forte nostalgia dei posti, delle persone e dell'atmosfera che si respira ad Istanbul. Mi manca tuttora tutto di quella settimana: gli amici che sono venuti in viaggio con me, i posti così orientali, il cibo, il sorriso delle persone, le strade, il traffico, il caldo, il Bosforo, i traghetti, le bandiere turche (la loro bandiera è di una suggestione impressionante la vedi svettare in alto grandissima, rossa con una mezzaluna e la stella, bellissimo) che vedi dovunque all'orizzonte, le spezie, i pistacchi, le ciambelle salate con tutto il sesamo sopra, il baklavà, il bazar, la musica turca che senti dappertutto, i vari quartieri di Istanbul, il dover contrattare per ogni cosa (ad una mia amica, Valentina, uno dopo una contrattazione estenuante le ha detto:" Io turco, tu tirchia"), i turchi così impiccioni e a volte insolenti (all'altra mia amica Valeria per strada uno di un locale le ha fatto: "Sei così bella da far seccare il Bosforo"). A volte tutto sembrava essere così estraneo alla cultura occidentale, forse è questo che mi ha affascinato tantissimo. Ma la cosa più importante è stato lo spacco continuo e il divertimento con gli amici, mitigato ogni tanto dall'idea che poco dopo sarei dovuta partire in esilio ad Amsterdam...

oggi è sabato...!!

Oggi è sabato ed è giorno di mercato. Nello Jordaan, un quartiere carino e caratteristico e alla moda di Amsterdam, ogni sabato c'è il mercatino. Per me emigrante è come il mercato di p.zza dell'Unità a Roma, dietro casa, dove c'è la mitica Cesarina, la mia (e di mia nonna, in verità prima era la sua poi l'ha fatta conoscere anche a me) verduraia di fiducia. Tutti i miei amici la conoscono per le innumerevoli cene e dopocena da me, potrei dire che c'ho cresciuto mio figlio con i suoi prodotti della natura di prima mano. Invece qui fanno questo mercatino dove ci vanno e ci vendono tutti i vegetariani, gli ex sessantottini, i naturalisti convinti che si prendono il leccalecca al propoli, gli ortaggi prodotti da ragazzi che vivono in una comune tutti rasta e alternativissimi...quelli che riciclano tutto e fanno le borse con le cravatte. Ma dico io magari qualcuno se le sarebbe rimesse pure quelle cravatte se tu non ci avessi fatto borse orribbbbili, ma che riciclo è così...? mah. cmq è fico, perchè c'è il pane fatto al forno venduto da queste ragazze sempre sorridenti e sempre solo donne. Devo fare un appunto qui il pane non esiste è solo un infinito pancarrè molto burroso e arioso, rendo l'idea? Insomma io la prima volta vado e dico vorrei quel filone lì grazie (bello grande così mi dura tutta la settimana, no?) e intanto penso ma quanto me lo faranno pagare? La tipa lo pesa e mi fa 7 euro e 5o cent, please? COSAAAAAAAAAAAA! Ma che sei impazzita? Le faccio in italiano, lei mi guarda e io le dico no, vabbè, mi dia quello più piccolo: 4 euro e 50...! Vabbè che siete degli incapaci a copiare prodotti italiani facili da fare, vabbè che sei olandese e quindi ti scuso, ma 5 euro per un filone striminzito di pane che una volta arrivata a casa ho scoperto essere pseudo-integrale, nooo, che cavolo! In un altro stand fanno pure il pesto (sempre solo donne e sempre sorridenti) ma è senza parmigiano e pinoli...io vorrei farglielo presente ma mi dispiace per loro, magari sono anni che lo vendono così, insomma sembra brutto no, arrivare lì e dirgli: "ma ce l'hai google o è contro la tua religione? metti pesto genovese, scarichi la ricetta e te lo traduci in inglese, cacchio. è facile, no? altrimenti non vendermelo per pesto, ma per "UN'IDEA SIMIL-VAGA DI PESTO". Perciò capite che sono solo attratti dall'idea che quello che comprano può essere a torto etichettato come italiano. E io sono settimane che penso che voglio fare un business su questo e fregarli il più possibile...avete idee? Ora vado che sennò finiscono il pesto, il pane e la maria....!

venerdì, ottobre 06, 2006

una ballata del mare salato


Oggi sembra la giornata del fumetto lo so, chiedo venia.
E' che ripensando a Valentina Melaverde e a Valentina di Crepax, non ho potuto fare a meno di pensare a lui. Poi il tempo da lupi e il luogo dove mi trovo aiutano questi pensieri marinari.
Eeh, Corto Maltese, mi chiedo quale donna non abbia mai sospirato alla sola idea di incontrare un uomo così, chi non abbia mai sognato di avere le sue stesse avventure, il suo coraggio, la sua audacia, i suoi occhi profondi, indagatori e misteriosi?
Beh, mi chiedo se Hugo Pratt nel disegnare una fisionomia così unica, irripetibile, carica di fascino, si sia ispirato a qualcuno incontrato nella sua vita. Chi è Corto Maltese? Un uomo immaginario e basta? Oppure un personaggio sì di fantasia ma che assomiglia, anche solo per qualche tratto vago e indefinito, a qualcuno realmente esistito? Sono d'accordo, non è detto che si debba sempre trovare un riscontro nella realtà, ma a volte penso che se nella mia vita prima o poi, in chissà quale luogo, dovessi intravedere/incontrare/parlare con un uomo, un ragazzo che gli somiglia, so per certo che collasserei...

mi son scordata, c'è anche lei...



Mi è stato giustamente fatto notare che non è solo alla musa di Crepax che devo il mio nome ma anche alla protagonista di un fumetto che la mia mamma si leggeva da piccola. Questa qui che vedete a sinistra, capelli corti e rossi, lentiggini, spilungona, tutto il contrario di me per chi mi conosce. Ma a me, che l'ho letto alla stessa età della mia mamma, mi è piaciuta subito e quindi l'ho scelta anche per il nome del mio blog...

lei è il perchè del mio nome

condizione attuale:immigrata

Non sapete che effetto mi fa quella frasetta messa lì: Amsterdam, Netherlands.
Ma chi l'avrebbe mai detto? Ma io sono italiana, di Roma...
E invece, no. Cioè sì, rimango sempre italiana e di Roma ma invece di mettere Roma, Italia (perchè sarebbe stata una bugia) ho messo il posto dove mi trovo ora. Oggi sono due settimane che mi sono trasferita a vivere, per almeno i prossimi tre anni, ad Amsterdam ovviamente.
Ora non sto a raccontare le implicazioni e tutti gli stati d'animo che ciò ha provocato in me (perchè tanto lo farò più in là, don't worry!!), ma vi assicuro che il solo vederlo scritto lì mi fa una certa impressione. Un misto di paura, orgoglio, nostalgia di casa ma volontà di resistenza, etc.
Ho anche capito che ormai è inutile e controproducente fare confronti, qui è così di là è pomì. Qui piove e diluvia a volte per giorni interi di fila, lì si fanno ancora il bagno. No, son cose fini a se stesse...cacchio, datemi un po' di sole...

a volte arrivano...

a volte invece che tornare, si arriva...
eccomi, qui. Sono giunta per la prima volta nel lido accogliente (voglio essere speranzosa!) e infinito del blog. Il mio. E dire che io di diari fatti di righe e di pagine di carta ne ho tantissimi, sparsi in ogni angolo della casa, dentro scatole colorate, nei cassetti delle cianfrusaglie che non si ha mai il coraggio di buttare. Alcuni sono diari veri e propri con i giorni dell'anno e le settimane che scandiscono il flusso delle parole, alcune sono quelle che si chiamano agende (a volte frutto di regali di natale, altre fregate ai tuoi genitori/nonni che ne hanno tremila...) ma che tu decidi di usare per raccogliere idee e fatti intimi e personali. Altri sono quaderni dalle copertine significative che mi hanno regalato o che ho comprato io e che poi ho deciso di utilizzare così. Poi c'è la mitica moleskine, quella di Hemingway per dirne uno, che tanto tempo fa era la mia preferita. Per chi non la conoscesse e credo e spero siano in pochi, ha la copertina nera ed è piccola (c'è anche un modello grande ma sono sicura che Hemingway preferisse il formato tascabile...), un elastico per chiudere il tutto, una taschina interna dove mettere fogli e biglietti importanti. Perchè la moleskine è la compagna di viaggio per eccellenza, è il passaporto senza il quale non puoi partire, è il salvacondotto per l'avventura diaresca. sta lì nera sulla scrivania e tu pensi, cacchio non è che mi serve l'antimalarica?
Comunque ogni tanto penso che quando un giorno lontano ma molto lontano, morirò, ci metteranno anni a trovarli tutti stì diari. Auguri a chi avrà l'arduo compito. Senza contare che al solo pensiero che qualcuno trovi i miei diari e poi li legga, perchè è inevitabile, mi sento morire di vergogna...da qui l'idea di spargerli un po' ovunque.
Inizio a pensare ma non è che qualcuno si offende? non è che uscirà un'idea di me stessa direi un po' schizofrenica? Nei diari butti giù ogni pensiero, ogni parola, anche quella più terribile, magari basta averla scritta e poi non la senti più tua. mah! ecco perchè non mi decidevo a fare il blog. Tutti a dirmi:"Ma perchè non fai un blog tuo?".
E io a rimuginare. Perchè diciamoci la verità, qui non hai scampo, sei ad uso e consumo di tutti, per tua scelta non mi fraintedete...Ma ora ci sono e the show must go on.

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