lunedì, gennaio 15, 2007

"Il primo concerto"

Oggi non sono andata allo pseudolavoro, ho fatto sega, primo perchè non mi sento molto bene causa primo giorno di "female disease", secondo perchè ieri leggendo il secondo racconto di un libro prestatomi dalla mia mamma, mi sono commossa e mi è venuta una crisi di pianto, tanto che stamattina mi sono svegliata con gli occhi gonfi e non era davvero il caso di farmi vedere così...(tanto per tranquillizzarla: mamma sto benissimo).
Quello che ora scriverò di getto, chi è direttamente interessato (sempre tu mamma) dovrà promettermi di tenerlo dentro le mura virtuali di questo blog e di non precipitarsi a chiamare l'altro diretto interessato, altrimenti non scriverò più nulla di così personale nel blog. Promesso?
Ok, sono pronta.
Perchè chi non avesse letto il libro in questione (che è quello che trovate nella lista di libri che sto leggendo ora...) il secondo racconto parla di un papà che porta sua figlia undicenne al suo primo concerto (per inciso quello di Eros). Ciò che mi ha fatto piangere non era l'idea di un concerto di Erose ma piuttosto le parole con cui il papà descrive il suo amore per la figlia, con lo sguardo incantato di un innamorato che sa di star per perdere la sua innamorata, il sentimento profondo o propriamente maschile di un padre verso una figlia. Giusto per darvi un assaggio:

"E' in quel momento che sento per la prima volta, quella sera, un vuoto al cuore, una vampata di calore che mi percorre ogni angolo del corpo e poi, immediatamente dopo, una ventata di freddo, un brivido che parte dalla testa e avvolge le spalle e il collo e poi scende giù fino al petto le gambe e i piedi. E' paura. Un'improvvisa e inaspettata -e riconoscibilissima- sensazione di paura. [...] Non riesco a ridere, e neanche a sorridere, perchè tu sei la mia fidanzata adorata, l'unica e l'ultima che ho e che amo appassionatamente, e io mi sento, e sono, il tuo fidanzato già tradito."

Ecco tutto ciò mi ha fatto stare male, nel vero senso della parola, è stata una sensazione strana, perchè sono sempre stata conscia del mio rapporto con mio padre, non ci sono zone d'ombra da chiarire, nella sua semplicità e chiarezza io ho sempre saputo cosa aspettarmi e come comportarmi di conseguenza. E in più non ci sono mai state particolari paranoie riguardo al fatto che i miei genitori sono divorziati e che mio padre non viveva con noi (ci sono stati altri problemi, ma mioddio a pensare di avere due genitori in casa, mi sento male), cioè sono sempre stata una bambina molto attaccata ai rispettivi genitori, il rapporto che ho con mia madre non ha eguali per cui ora sono una donna molto attaccata alla mamma, ma quando ero piccola e passavo i weekend con mio padre, se lui si allontanava solo di un metro già mi sentivo persa, ovviamente idem con patate se era mia madre a farlo.
Poi sono cresciuta, mi sono innamorata e ho avuto anche fortuna, sono diventata mamma, sono andata a vivera da sola e ora sono all'estero e mi si scatenano tutta una serie di considerazioni pazzesche.
So che l'amore di mia madre è bastato e avanzato per coprire il vuoto di qualcun'altro, so, come dice Andrea di essere una persona che si può ritenere molto amata, sono comunque cresciuta fino ai 7-8 anni in una casa dove c'erano tre maschi, i miei zii, i quali penso di poter tranquillamente dire che mi adoravano e tuttora mi vogliono bene (anche se a volte, da piccola, volevo entrare nelle loro stanze quando erano soli con le ragazze...), so anche che mio padre mi vuole bene, a suo modo, non posso negarlo, mio nonno paterno mi ha sempre adorata e anche quello materno. Insomma ne ho avute di attenzioni maschili.
Ma anche solo supporre di non aver mai suscitato quei sentimenti o pensare che mio padre non abbia mai provato quello che l'autore descrive in quel racconto, mi ha fatto stare male.
Turbe particolari non ne ho, il mio rapporto con "il maschile" è sempre stato sereno, sono una persona socievole, aperta, estroversa, capace di destreggiarsi nei rapporti umani (almeno nella maggior parte), non vorrei dare una luce così negativa di mio padre (perchè mamma, poteva andarci peggio, no?!?), però ecco ogni tanto ho come la sensazione che mi manchi qualcosa, o che entrambi ci siamo persi qualcosa.

4 commenti:

Cilions ha detto...

E' per questo che vorrei un maschietto... so che proverei le stesse sensazioni ad avere una femminuccia... sarei troppo protettivo... morbosamente protettivo...

lasposina ha detto...

mah, sai, penso che per un uomo, avere una figlia sia come un dono, o meglio un palestra di vita che ti dà la possibilità, l'opportunità di capire come comportarsi con una donna.
Salvo poi chiamare con nomi irrispettosi i propri generi come faceva mio papà all'inizio del mio rapporto con Andrea...non gliel'ho mai detto ad Andrea...ssh!

zefirina ha detto...

si poteva andarci peggio, poteva piovere

lasposina ha detto...

ahaha, grappig!!!