mercoledì, gennaio 31, 2007

Er Cuppolone


Siccome che prima c'avevo messo nà foto de Amsterdam in tempesta, ora ce ne metto una di Roma all'arba.
Potremmo pure chiamarla "La quiete dopo la tempesta..."

La realtà è astratta: parola di bambino



Questo disegno l'ha fatto ieri pomeriggio Lorenzo, mio figlio di quasi 5anni, con Paint, il programma di disegno di Windows che abbiamo sul computer, ovviamente non è un programma che so usare e perciò le possibilità erano limitate, poi lui è piccolo, non sa usare il mouse, faceva così a caso, ma questo è il risultato.
Vabbè, insomma, non è Paul Klee, ma che ne so, mi piace la scelta dei colori e quando lo vedo mi sembrano delle persone stilizzate che saltano e ballano insieme felici e mi viene un sorriso...insomma nessun giudizio perchè l'ho messo solo per mio godimento!

Blood diamond


"Sullo sfondo del caos e della guerra civile che ha colpito la Sierra Leone negli anni '90, Danny Archer è un ex mercenario dello Zimbabwe, e Solomon Vandy, un pescatore di Mende. Entrambi gli uomini sono africani, ma le loro storie e le loro situazioni sono le più diverse possibili, fino a quando i loro destini si incrociano nell'impresa di ritrovare un raro diamante rosa, il tipo di pietra che può trasformare una vita....oppure farla finire."
Da La repubblica.it Trovacinema
Ieri, io e Fabiana, la mia amichetta olandese (non vi preoccupate è di Roma, si capisce anche dal nome che dutch non è....) siamo andate al cinema a vedere il film di cui sopra.
Premetto che io sapevo che sarebbe stato violento e crudo e troppo, troppo realistico, ma a 15 minuti dall'inizio del film, Fabiana si gira e mi fa: "Andiamo a vedere un altro film?", dopo 20 minuti dall'inizio del film, io le fo:" Oh, mica siamo costrette a vederlo, insomma, possiamo pure andare via" e lei risponde: "Ma non può andare peggio di così, cosa può succedere ancora?". Sia chiaro, non perchè il film sia brutto, la regia e la fotografia sono fenomenali, e gli attori sono bravissimi, ma perchè il cuore non reggeva alle immagini di violenza e crudeltà, purtroppo vere, che stavamo vedendo.
La storia si può leggere su le recensioni disponibili, ma già il titolo vi può dare l'idea di cosa parla il film e di quanto tutto quello che viene raccontato (tranne la sceneggiatura che è fiction) sia realmente accaduto, in un paese che davvero non si fa fatica a pensare come il Paradiso.
Stamattina mi sentivo con mille sensazioni addosso, di sgomento, di paura, di rabbia, di comprensione e pietà umana, mi è passata per la mente l'idea di diventare attivista dei diritti umani, giornalista d'assalto, e tante altre cose che mi vergogno di dire qui e in questo modo.
E' vero che siamo nati nella parte di mondo con più possibilità, per certi versi più sicura, più ricca, più libera, più democratica (so che i termini che uso non dovrebbero essere usati in riferimento all'Occidente, perchè suona quasi offensivo, questo in cui mi sto inoltrando è un terreno delicatissimo, ma noi abbiamo uno Stato, un ordine sociale, quella che è chiamata società civile, e tutto ciò fa la differenza rispetto ad un continente, l'Africa, dove i diritti umani non esistono e non sono nell'agenda politica nè degli stati che ne fanno parte nè soprattutto degli stati più ricchi e potenti dei paesi industrializzati).
E un film che tutto sommato consiglierei, certo preparatevi ad uscire con lo stomaco in subbuglio e un tantino scioccati, ma è vero quello che ho letto in una critica: "Uscirete e non avrete davvero più voglia di vedere nella vostra vita anche un solo diamante".

Con le donne a Capodanno, con le donne tutto l'anno


Questa che vedete qua è una foto scattata la sera del 31 dicembre scorso, alla festa indetta all'unanimità nella nuova e un po' vuota casa di Gabri, o anche detto Dottor Clasca (una lunga storia che poi vi racconterò...), il beato fra le donne non è il padrone di casa, ma Marco, meglio detto il Sardo...!
Spero che le ragazze della foto, fra cui ci sono anche io, non se la prenderanno a male che le ho messe nel mio blog senza neanche chiedere il permesso...Ora indovinate quale sono io???
Comunque il sultano in questione, se guardate bene, ha anche un anello non indifferente(tranquilli, in realtà è di Valet, meglio detta "Bumbum never ending holiday"...) sul mignolo della mano sinistra in segno del suo indiscusso potere nell'harem!!
Vabbè, questa foto è solo un pretesto per celebrare l'arrivo ad Amstedam, domani pomeriggio, del Sardo, evvvai, finalmente un altro amichetto che viene a trovarci (oppure a farsi di canne...)

domenica, gennaio 28, 2007

The Hurricane


Ecco qui.
Non so se avete letto il giornale o visto le notizie in tv, ma questo era lo scenario che si presentava fuori la finestra di casa nostra ad Amsterdam, giovedì 18 gennaio, quando il Nord Europa è stato investito dall'uragano Kyrill.
Ora quando io e Andrea diciamo che il cuore dell'uragano per tutto il pomeriggio di quel giovedì è stata Amsterdam vi potete fare un'idea...
Ah, dimenticavo, io sono uscita per il famoso colloquio di lavoro esattamente due minuti dopo lo scatto della fotografia.

Frizzi, lazzi e scazzi

Sory, sory, sory....
Come dicono gli olandesi, SORY. Ho latitato questo blog per oltre una settimana, ma è stata un periodo di duro fermento e lavorio mentale, di brainstorming, perchè ho delineato i punti fermi dei miei prossimi mesi se non anni olandesi, perciò capirete che dovevo essere ben concentrata, anzi target oriented!
Dopo che il colloquio, di cui vi avevo parlato, non è andato bene (ora vi posso anche dire che era per la TomTom), mi sono un po' buttata giù. E' vero che non ero al massimo della mia forma mentale (tra l'altro fuori infuriava l'uragano, e Amsterdam era al centro della perturbazione...), è vero che non ho dato il massimo e la performance si è rivelata bassa, a livello professionale intendo, fatto sta che non mi hanno preso.
Il tipo che mi ha fatto il colloquio (italiano del Nord...che si sente il leggero pregiudizio romano???) mi ha detto la solita frescaccia, che per lavorare nel call center della suddetta compagnia cercavano una persona con più esperienza...oddio, che poi a pensarci, sono contenta di non aver vissuto l'anno di esperienza nel call center della HP come ha poi la tipa che alla fine
hanno assunto.
Però cazzo, scusate l'espressione, ma dimmene un'altra. Cioè, dimmi la verità: sei stata moscia, non mi hai impressionato e bon, ci posso stare, no? Insomma penso che tu sia un coglione ma vabbè, me ne faccio una ragione, come ho detto deve aver fiutato che la TomTom non è l'aria che mi serve per respirare. Oppure io non ho spiccate doti recitative.
Non vi dico le manifestazioni di solidarietà del mio capo (olandese...) che mi ha detto in modo sincero: "Sono stati degli stupidi, non sanno cosa si sono persi, non possono non aver capito quanto tu sia brava" e mi ha anche detto che se viene a sapere di offerte di lavoro full-time me lo comunica subito.
Ma vi rendete conto, stiamo parlando di un olandese, che quando mi deve chiedere qualcosa neanche mi guarda negli occhi per vergogna e pudore nordico!!Comunque ora il momento di rosicata è passato, ho avuto molte manifestazioni di affetto e di appoggio psicologico, c'è anche stato qualcuno che mi ha detto di essere stato (per assurdo) contento che non mi abbiano
preso perchè non era cosa per me e che io mi merito un lavoro più interessante e stimolante, il che ha una sua logica! O almeno lo spero.
Vi espongo ora i miei prossimi movimenti strettamente collegati ai goals che ho focalizzato: a) l'idea è di specializzarsi ancora di più e colmare il vuoto dell'esperienza lavorativa con la scelta di un master valido e serio, ci sono varie possibilità ora bisogna solo scegliere la migliora, quindi dicevo un master in Marketing o Comunicazione o qualcosa nella sociologia, poi si vedrà; b)
ricerca di un PhD, quel che c'è si prende, tranne ovviamente "Chimica e/o Fisica degli stadi solidi alla n, per infiniti cluster di ioni iodati, con fili ottici"; c) costante e infinita ricerca di un lavoro ben pagato e decente. I punti a) e b) verranno supportati dai consigli di amici che vivono e lavorano qui, nelle due principali nonchè uniche università di Amsterdam, il terzo uploadando il mio CV nei vari siti di recruitment.
Che ne dite? So che il tutto può sembrare un po' vago, ma vi assicuro che il compito è stato arduo e già solo essermi chiarita un minimo le idee, aver fatto pulizia fra il caos mentale-paralizzante e aver stabilito quali sono i miei obiettivi nel breve-medio termine e di cosa devo fare per perlomeno avvicinarmici, per me rappresenta un piccolo traguardo.

sabato, gennaio 20, 2007

Heren-Prinsen-Keizer-Gracht


Questa è la vista che si può godere in uno dei canali che si trovano al centro di Amsterdam, quando è una bella giornata, fa caldo e non tira quel fastidioso vento nordico, ora non mi ricordo quale questo sia, dopo un po' sono tutti uguali, però era giusto per darvi un'idea...

Indovina chi viene a cena?


Stasera, come in ogni nostra tradizione sabatesca da quattro anni a questa parte, facciamo una cena da noi. Di solito tutto ciò avveniva a Roma, a Via Cola, come l'hanno soprannominata i nostri amici, si avvertiva tutta la compagnia e si cenava insieme o a volte dopocenava. Mi mancano tantissimo queste cene, quindi ora stiamo cercando di trasferire la buona tradizione romana qui ad Amsterdam (anche se nessuno prenderà mai il posto dei miei amichetti romani, lo dico perchè siccome leggono il mio blog, poi mi si offendono....).
Stasera è un po' diverso, siamo 21 persone (oh, speriamo che il fragile pavimento olandese regga), le conoscenze sono più o meno fresche, ci sono italiani ma anche molti stranieri, olandesi: uno. Aahahah, stà cosa di un solo autoctono (mio insegnante di olandese....) su 21 persone mi fa troppo ammazzare dalle risate...
Comunque, si profila un pomeriggio in cucina, perchè il marito si agita e si fa prendere dall'ansia che non c'è nulla da mangiare, tra l'altro, quando mai da noi si è morti di fame, insomma sono una degna figlia di tale madre, quindi, nessuno, ripeto, morirà di fame a casa nostra.
Mi piace pensare a questo tipo di cene come delle cene internazionali, anche se si mangerà cucina italiana e soprattutto all'ora italiana e la presenza italiana sovrasterà la minoranza straniera!!
Non vedo l'ora......

Letture comuni 2


Ecco una cosa del genere, per me è già più fattibile...che ne dite??!!

venerdì, gennaio 19, 2007

Letture comuni

Ogni tanto mi è capitato di sentire da amiche: "Io e ... stiamo leggendo questo libro", e ogni volta non ho mai capito quello che volessero dirmi, cioè leggono il libro insieme, o se lo dividono, quando uno non lo legge l'altro va avanti, di preciso non saprei.
Mi spiego meglio, dopo un po' che sentivo ciò, credo di aver capito, ho presunto che ci sono delle coppie che leggono lo stesso libro insieme, non due copie di uno stesso titolo ma proprio sono in due a leggerne uno nello stesso momento. Quindi ci deve essere uno che lo legge ad alta voce per l'altro, ora per me ognuno fa quel che vuole, però ecco quello che legge alla fine non si sgola e l'altro non si annoia?
Un po' li invidio deve essere come una prova d'amore immenso, perchè se dovessi leggere io, uno non ci capirebbe granchè perchè sono quello che si dice una lettrice avida e divoratrice e se dovesse leggere Andrea o mi addormenterei o gli strapperei il libro dalle mani o presa da altri pensieri mi alzerei e inizierei a fare le pulizie di casa, per esempio.
Insomma la lettura è un piacere solitario, certo un conto è quando leggo la storia a Lorenzo prima di andare a dormire (se mai vorrà quando sarà un pochetto più grande potremmo anche leggere insieme titoli più impegnativi) ma un altro è il libro letto prima di andare a dormire o mentre sei in autobus o nei pomeriggi di relax domenicale.
Mah, per me rimane un affascinante mistero...

mercoledì, gennaio 17, 2007

The Big Brother

Un fratello segreto per Ian McEwan, figlio di un amore proibito, venne dato in adozione dalla madre. Sei anni dopo nacque lo scrittore. David Sharp ora ha 64 anni e fa il muratore. Per vent'anni hanno vissuto a pochi chilometri di distanza non sapendo nulla l'uno dell'altro.

Pazzesco, no?
Pensa te, ti svegli una mattina e scopri che ne so, che sei il fratello/sorella di uno scrittore, di un attore, di un premio nobel, di un politico, di un artista e bum la tua vita cambia radicalmente...

E' uno sporco lavoro, ma qualcuno deve pur farlo!

Allora, domani pomeriggio andrò a fare un colloquio per un'azienda che fa i satellitari, non dico il nome per scaramanzia, la mansione come al solito non è granchè, ma la paga è molto buona ed è proprio l'azienda ad assumerti, perciò figo. L'unico problema è che sarebbe full-time quindi dovrei trovare una babysitter per Lorenzo, cosa che finora non si era mai presentata, perchè ora che siamo ad Amsterdam ci sto sempre io il pomeriggio e quando eravamo a Roma c'erano le nonne, i fratelli, e sempre io.
Quindi ora il mio cuore di mamma, sanguina letteralmente, so che tutti siamo cresciuti con le babysitter e siamo tutti sanissimi, ma sono io a star male al solo pensiero di qualcun'altro che va a prendere Lori a scuola...mah, vedremo, forse abbiamo una conoscente italiana che potrebbe aiutarci, perciò inutile fasciarsi la testa prima del dovuto.
Ma il problema adesso è: come cazzarola mi vesto per il colloquio (che mi farà un ragazzo italiano...), cioè non è niente di che, lo so, ma boh, come sei vestita è comunque un biglietto da visita, per una donna poi è più complicato azzeccare il modo giusto per l'occasione giusta.
Mi spiego, se mi metto gonna e maglietta come dice la mia amichetta Miki, poi mi sento a disagio, completo nero e camicia bianca troppo professionale, tacchi alti e pantaloni sembra che voglio acchiappare, insomma, aiutoooooooo! So che devo essere classica senza esagerare, ma non ho nel mio armadio il corrispettivo che possa soddisfare questa esigenza (e qui so che mia madre si lancerà in un panegirico sul mio guardaroba....).
Avete idee, dritte, suggerimenti o solo solidarietà....va bene tutto...

lunedì, gennaio 15, 2007

Rettifica

Vorrei rettificare la sensazione dolorosa che mi portavo dentro da ieri notte, è vero che avrebbe potuto fare di più, ma nel suo piccolo, ora che ci penso, ho un sacco di ricordi di me e lui insieme, di mio papà che mi portava il sabato sera fino a tardi nei locali da "grandi" dei suoi amici (in uno c'era un pozzo con dei serpenti lunghissimi e pericolosissimi), che a 14-15 anni mi ha insegnato a riconoscere i cocktail (abbiamo iniziato con il Gin tonic...) così nessuno uomo mi avrebbe mai potuto ubriacare, e la regola che quando uno ha deciso di bere tanto è meglio andare su con i gradi e MAI dico mai scendere (le lezioni alcooliche sono state poi interotte dalla censura accanita di mia mamma, oh, però io non mi sono mai ubriacata...), che non ci si droga perchè ad alcuni non fa un cacchio mentre poi tu magari ti ritrovi con il cervello bruciato (credo si riferisse a suoi conoscenti...), come un vegetale e non sai nemmeno come ti chiami (stà cosa del cervello bruciato mi ha sempre spaventato...), che non si accettano passaggi dagli sconosciuti, in caso si prende il taxi, che bisogna sempre far sapere dove si va e dire dove si è.
Mi ricordo quando fumava i pacchetti di sigarette in macchina con la mano fuori dal finestrino e la musica alta, quando mi veniva a prendere a scuola e io gli correvo incontro e gli saltavo in braccio, questo fino ai 13 anni quando mi ha detto che se continuavo forse gli si spaccava la schiena, quando al mare dai nonni, mi comprava i super tele blu o rosso, mi metteva davanti al muro di casa e diceva "ora tira", quando sempre d'estate mi addormentavo in braccio a lui (sempre fino a tarda età...), quando mi riportava da mamma, la domenica sera e puntualmente mi addormentavo a due metri da casa, quando mi ha dato una cassetta che gli aveva dato un deejay con tutta la musica che andava nelle discoteche in quel momento.
Insomma forse è solo che mi manca o che è finito troppo presto per entrambi quel periodo in cui stavamo insieme un weekend sì e uno no...

"Il primo concerto"

Oggi non sono andata allo pseudolavoro, ho fatto sega, primo perchè non mi sento molto bene causa primo giorno di "female disease", secondo perchè ieri leggendo il secondo racconto di un libro prestatomi dalla mia mamma, mi sono commossa e mi è venuta una crisi di pianto, tanto che stamattina mi sono svegliata con gli occhi gonfi e non era davvero il caso di farmi vedere così...(tanto per tranquillizzarla: mamma sto benissimo).
Quello che ora scriverò di getto, chi è direttamente interessato (sempre tu mamma) dovrà promettermi di tenerlo dentro le mura virtuali di questo blog e di non precipitarsi a chiamare l'altro diretto interessato, altrimenti non scriverò più nulla di così personale nel blog. Promesso?
Ok, sono pronta.
Perchè chi non avesse letto il libro in questione (che è quello che trovate nella lista di libri che sto leggendo ora...) il secondo racconto parla di un papà che porta sua figlia undicenne al suo primo concerto (per inciso quello di Eros). Ciò che mi ha fatto piangere non era l'idea di un concerto di Erose ma piuttosto le parole con cui il papà descrive il suo amore per la figlia, con lo sguardo incantato di un innamorato che sa di star per perdere la sua innamorata, il sentimento profondo o propriamente maschile di un padre verso una figlia. Giusto per darvi un assaggio:

"E' in quel momento che sento per la prima volta, quella sera, un vuoto al cuore, una vampata di calore che mi percorre ogni angolo del corpo e poi, immediatamente dopo, una ventata di freddo, un brivido che parte dalla testa e avvolge le spalle e il collo e poi scende giù fino al petto le gambe e i piedi. E' paura. Un'improvvisa e inaspettata -e riconoscibilissima- sensazione di paura. [...] Non riesco a ridere, e neanche a sorridere, perchè tu sei la mia fidanzata adorata, l'unica e l'ultima che ho e che amo appassionatamente, e io mi sento, e sono, il tuo fidanzato già tradito."

Ecco tutto ciò mi ha fatto stare male, nel vero senso della parola, è stata una sensazione strana, perchè sono sempre stata conscia del mio rapporto con mio padre, non ci sono zone d'ombra da chiarire, nella sua semplicità e chiarezza io ho sempre saputo cosa aspettarmi e come comportarmi di conseguenza. E in più non ci sono mai state particolari paranoie riguardo al fatto che i miei genitori sono divorziati e che mio padre non viveva con noi (ci sono stati altri problemi, ma mioddio a pensare di avere due genitori in casa, mi sento male), cioè sono sempre stata una bambina molto attaccata ai rispettivi genitori, il rapporto che ho con mia madre non ha eguali per cui ora sono una donna molto attaccata alla mamma, ma quando ero piccola e passavo i weekend con mio padre, se lui si allontanava solo di un metro già mi sentivo persa, ovviamente idem con patate se era mia madre a farlo.
Poi sono cresciuta, mi sono innamorata e ho avuto anche fortuna, sono diventata mamma, sono andata a vivera da sola e ora sono all'estero e mi si scatenano tutta una serie di considerazioni pazzesche.
So che l'amore di mia madre è bastato e avanzato per coprire il vuoto di qualcun'altro, so, come dice Andrea di essere una persona che si può ritenere molto amata, sono comunque cresciuta fino ai 7-8 anni in una casa dove c'erano tre maschi, i miei zii, i quali penso di poter tranquillamente dire che mi adoravano e tuttora mi vogliono bene (anche se a volte, da piccola, volevo entrare nelle loro stanze quando erano soli con le ragazze...), so anche che mio padre mi vuole bene, a suo modo, non posso negarlo, mio nonno paterno mi ha sempre adorata e anche quello materno. Insomma ne ho avute di attenzioni maschili.
Ma anche solo supporre di non aver mai suscitato quei sentimenti o pensare che mio padre non abbia mai provato quello che l'autore descrive in quel racconto, mi ha fatto stare male.
Turbe particolari non ne ho, il mio rapporto con "il maschile" è sempre stato sereno, sono una persona socievole, aperta, estroversa, capace di destreggiarsi nei rapporti umani (almeno nella maggior parte), non vorrei dare una luce così negativa di mio padre (perchè mamma, poteva andarci peggio, no?!?), però ecco ogni tanto ho come la sensazione che mi manchi qualcosa, o che entrambi ci siamo persi qualcosa.

giovedì, gennaio 11, 2007

Two more things

Ho chiesto un parere al mio Lui e praticamente mi ha aggiunto altre cose psicopatiche che faccio abitualmente, allargo perciò la lista:
6) scrivo sulla tastiera, mentre chatto, invertendo le lettere, stile dislessia (ma questa è un'altra storia) ma chi è che non lo fa?
7) se mi scappa la pipì la notte, mentre dormo, me la tengo pur di non alzarmi al freddo e al gelo.

L'ultima cosa che mi ha detto la censuro, perchè primo non è una cosa che faccio abitualmente (infatti non lo faccio MAI) ma solo su invito, o se bisogna fare una gara con gli amici maschi, secondo non è giusto dare una luce sbagliata di una povera ragazza sensibile e tenera e soprattutto educata, perchè anche se fare i rutti fa ridere e tutti i miei amici maschi apprezzano, non è certo un'attività decorosa per una fanciulla...

Le mie 5 strane abitudini

Copio questa simpatica iniziativa che ho trovato curiosando fra gli altri blog.
Ecco le cose strane che faccio ogni giorno:
1) quando preparo i dolci, o imbocco il mio bambino, faccio dei movimenti strani con la bocca, come se dovessero imboccare me...
2) so che può sembrar strana come abitudine ma mi capita quasi sempre, dopo aver mangiato mi prende un singhiozzo bestiale, chi mi conosce sa che sembra che ho inghiottito una cagnetta isterica, il brutto è che non c'è rimedio, devo aspettare che passi. E' talmente frequente che ero terrorizzata all'idea che mi potesse venire durante la discussione della tesi di laurea...
3) quando faccio i piatti lascio sempre qualcosa da lavare di solito padelle super unte.
4) d'inverno, la notte, devo avere la coperta fin su le spalle e i calzini sennò non riesco a dormire.
5) mi aggiusto il reggiseno anche davanti alle persone.

E confortiamoci così...

“Whatever doesn’t kill me will only make me stronger”.
"Domani è un altro giorno".
"Que sera, sera, Whatevere will be, will be, the future's not ours to see....Que sera, sera....".

Ne avete altre??

La mia mamma

Vivace
Allegra
Leggera
Eterea
Naturalmente
Tenera
Imprendibile
Necessariamente
Amata

Questo l'ha creato la mia mamma per me, non è bellissimo?
La mia mamma è una donna speciale, non ha appena uno ha la fortuna di conscerla se innamora subito e non può più farne a meno, la mia mamma è una donna allegra, solare, ha raramente paura e se ce l'ha non lo da mai a vedere. La mia mamma è piena di idee, non sta un attimo ferma, con lei stai sicuro che non ti annoi mai, infatti tutti la vogliono, ma solo pochi la sanno conquistare davvero. La mia mamma, è sempre alla ricerca di cos'è l'amore, ma non è lei che deve imparare ma gli altri che le sono accanto, forse dovrebbe imparare come sono gli uomini ma è troppo buona per riconoscerne uno stupido.
La mia mamma è pura, integra, la sua coscienza è sempre pulita, sarà per questo che è così bella, è capace di donare un affetto illimitato e profondissimo, non sapete quanto io sia fortunata ad essere sua figlia.
La mia mamma è da far invidia.

mercoledì, gennaio 10, 2007

Korting

Qui in Olanda, ed è una delle poche cose positive che ho messo in conto tornando, sono già iniziati i saldi, veramente c'erano già prima che partissimo, ma adesso sono proprio vantaggiosi, forse è perchè stanno per finire, insomma se cerchi e non ti interessa la supermarca qui puoi veramente risparmiare.
Noi siamo arrivati lunedì verso l'ora di pranzo, alle tre eravamo a casa, fino alle 4 ho messo a posto le valigie, etc. e dopo mi sono andata a fare una passeggiata per il centro e insomma mi sono come dire sfogata, in realtà ancora non mi sento pienamente soddisfatta ma vabbè c'è ancora giovedi pomeriggio e tutto il weekend...Scusate la frivolezza e banalità dell'argomento ma qui la vita è un po' povera di spirito e ci si accontenta di poco...
Mi sono anche accorta che quando vengo qui mi si scatena una fame stile esule-emigrata lontana dalle radici e dalla buona cucina di casa, che a Roma, nostante fossi nel periodo più mangereccio dell'anno, non avevo!!

Svegliarsi la mattina

Oggi mi sono svegliata e dopo aver poltrito tutta la mattina, oggi ci siamo svegliati tardi e quindi Lori non è andato a scuola, mi sono fatta la doccia, poi mi sono asciugata i capelli e chi mi conosce sa che dopo il rito del phon sembro tranquillamente il Re Leone, ed oggi ero davvero riccia.
Dopo io e Lori abbiamo deciso di uscire e pioveva e tirava vento, e chi è donna sa che l'umidità distrugge sia i capelli lisci che ricci, ma vabbè oggi i miei capelli si erano svegliati con una forma, quella riccia per l'appunto e perciò gambe in spalla, o forse zaino non so, siamo andati a fare una passeggiatina, sotto la pioggia e al freddo, sì.
Ho deciso che dobbiamo temprarci, come Andrea che è già un anno che è qui e va solo con la giacca a vento senza il riscaldino dentro anche se fa sotto lo zero, quindi niente guanti, sciarpa e cappello, unica concessione l'ombrello ma solo perchè porto gli occhiali e siccome non hanno ancora inventato il tergicristallo, mi danno fastidio le goccioline e non vedo nulla.
Siamo tornati affamati, desiderosi di un posto caldo e asciutto e io a causa del vento avevo praticamente i capelli lisci...
Perchè c'è stà cosa che quando ho i capelli lisci fatti dal parrucchiere io mi sento una figa, quando ho i capelli miei naturali, cioè un casino, mi vedo disordinata. Ora vado a giocare col mio bimbo piena di mollette in testa sennò con i ricci davanti la faccia non vedo nulla...

Un messaggio per noi

Mi è venuta questa riflessione stamattina, dopo il fecondo e continuo scambio di e-mail fra noi gruppo di amici, molti di noi sono stati, diciamo, costretti dalle circostanze anche se coscienti della scelta (chi più chi meno...) ad emigrare per poter lavorare o per poter avere un minimo di indipendenza economica...
Vi stilerò ora un elenco di noi piccoli desaparecidos, la prima che è partita nel lontano 2000 per andare a Londra è stata Marzia, ci è rimasta 5 anni, di cui un anno a Milano, poi è partito Andrea per venire a lavorare ad Amsterdam nel settembre 2005, la Valet è andata per un anno a Bilbao per il dottorato e ora è a Roma ma fra un po' chissà dove va (c'è stata anche la parentesi di lavoro a Londra per 4 mesi nel 2005 e subito dopo tre mesi di borsa MAE-CRUI a Vienna), poi ma precisamente non lo so è partito Alessandro per lavorare a Milano, poi Io e Lori abbiamo raggiunto Andrea nel settembre 2006, il 7 gennaio 2007 Baronca è partito per un postdoc a Barcellona e il BradipoMarco l'8 gennaio 2007 sempre per un postdoc a Losanna, Valery unica eccezione, si è trasferita dal Belgio a Roma per il dottorato credo 4-5 anni fa.
Insomma un gruppetto di emigranti, viaggiatori o di disperati, fate voi. Ora una di noi, Giulia ha creato un forum solo per noi amichetti, perchè le varie e-mail a catena intasano le caselle di posta di chi non può sempre controllarle...
Ad un certo punto, nel corso della giornata, la riflessione è diventata politico-sociologico-economica, perchè come noi anche molti altri ragazzi/e fra i 23 e i 30 anni si trasferiscono all'estero per un periodo di tempo che coincide magari con quello professionale, in due parole le speranze di tornare a casa, a Roma, o perlomeno in Italia per un lavoro serio, onesto e pagato il giusto svaniscono.
E' forse un messaggio in codice per farci capire che a casa, e in particolare nella città eterna, spazio e soldi per noi non ce ne sono...?